Il mio mare stanotte è di tetti.
Spume di muschio, onde di coppi.
Ogni finestra una luce a lampara.
Manca la luna, persino il rumore.
Anche stanotte sarai desiderio,
compagno caduco dietro un vetro oscurato,
canterò il mio amore punito,
piangerò del sogno svanito.
A vela è il soffitto del falso vascello;
inane motore la voglia d’amare.
Scruto lontano, sincrono al faro,
non vedo i tuoi occhi, non sento le mani.
Mi siedo, zittisco il mio cuore,
si bagnano gli occhi: è spuma di mare
sapore salato di voglia d’amore:
“naviga il mare, vienimi a turbare!”
vista
pubblicata e donata a fp2 su FB nei minuti successivi.
ancora lo spirito è sveglio
rivolto alla luce di una lampara
ancora è impastato alla creta
naviga ancora su un mare di coppidei tetti
ancore l’umore è indeciso
è un’acqua che non sa tracimare
ho dentro un sapore salmastro, un amaro
ho una vela malata, un male d’amore